Fabio Cannavaro, il giorno dopo la prima vittoria da allenatore del Guangzhou Evergrande in Cina, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Il successo (1-0) è arrivato contro il Seoul in Champions asiatica (video in apertura di post) e segue la pesante sconfitta ai rigori rimediata nella Supercoppa cinese. Nel girone H le altre avversarie sono il Western Sidney Wanderers, campione in carica, e i giapponesi del Kashima Antlers.
L’ex Pallone d’Oro, in passato viceallenatore dell’Al Ahli, ha raccontato di avere il suo predecessore Marcello Lippi come punto di riferimento:
Ho una tale stima e rispetto di lui che ancora fatico a dargli del tu. Per me è un consigliere eccezionale, un privilegio averlo come dirigente. Tra l’altro non è mai invadente, piuttosto sono sempre io a chiedergli qualche consiglio. Cose che magari da giocatore prima curavo meno e adesso diventano fondamentali. Perché se nel calcio prendono piede nuovi strumenti tecnologici, Mister Lippi ha l’occhiometro: uno strumento umano capace di leggere ogni sfumatura e superiore a qualsiasi tecnologia. La differenza in campo non la fanno gli schemi, ma la capacità di leggere le condizioni della squadra e degli avversari. Questo distingue un grande allenatore da uno normale.
Cannavaro, che ha scelto di ripartire dal 4-3-3, ha commentato anche la condanna in primo grado subita per violazione di sigilli della villa di Posillipo, allora sequestrata. Coinvolti anche il fratello Paolo e la moglie Daniela:
Le sentenze vanno accettate e faremo appello. Dico soltanto che all’epoca io con la mia famiglia vivevo a Dubai e Paolo, nominato curatore, era in ritiro con il Napoli. Sono sereno e convinto che il tempo sarà galantuomo.
L’ex difensore di Juve, Inter e Real Madrid ha infine ammesso di sognare di allenare la Nazionale e di vincere con essa un Mondiale, ricalcando così le orme del suo mentore Lippi. Ci riuscirà?
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